Si è tenuto lo scorso 18 maggio, nella cornice dell’Hotel Sina Villa Medici di Firenze, il convegno dal titolo “L’Applicazione della Legge 24/2017 a cinque anni dall’approvazione – Il ruolo delle Linee Guida ed esempi di Buone Pratiche nazionali nel campo della sanificazione nelle strutture ospedaliere”. Promossa da Copma, la tavola rotonda nasce per discutere degli aspetti applicativi della cosiddetta legge Gelli-Bianco, entrata in vigore con l’intento di innovare la materia della sicurezza in sanità e della responsabilità professionale medica.

All’evento, moderato dal giornalista Fabio Mazzeo, hanno preso parte numerosi esperti del settore, tra cui lo stesso Federico Gelli, promotore della legge e oggi Direttore Sanità della Regione Toscana, l’ex Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il professor Walter Ricciardi. Focus del convegno i processi di sanificazione nelle strutture ospedaliere e la prevenzione dei decessi per infezioni correlate all’assistenza (ICA), anche e soprattutto alla luce degli effetti della pandemia sul sistema sanitario.

I numeri per l’Italia non sono positivi: le morti per infezioni nosocomiali nel Paese rappresentano il 30% del totale in Europa. “Si tratta di una norma certamente migliorabile – ha spiegato Federico Gelli nel suo intervento – con problemi di applicazione dovuti ai vincoli eccessivi della burocrazia e anche a questioni legate al recepimento da parte delle singole Regioni. Sicuramente il lavoro che abbiamo fatto in questi anni per la fidelizzazione e il coinvolgimento dei vari stakeholder interessati, penso agli operatori sanitari, agli addetti del diritto e delle assicurazioni, alle strutture ospedaliere pubbliche e private, ha bisogno di essere continuamente alimentato”.

La pandemia ha rallentato il percorso avviato nel 2017, ma diverse sono state le resistenze, soprattutto a livello locale: “Solo attraverso un percorso di cultura politica possiamo far capire agli amministratori che l’applicazione della legge offre maggiore sicurezza ai cittadini e anche un vantaggio sotto il profilo del contenimento dei contenziosi e quindi dei costi”.

Walter Ricciardi, professore di Igiene e Medicina Preventiva presso l’Università Cattolica di Roma e consigliere del Ministro della Salute per l’emergenza Covid-19, ha evidenziato gli effetti dei tagli alla Sanità avvenuti negli ultimi anni, peggiorati dalla pandemia sia in termini di vite umane che di stabilità dei sistemi di governance: “Sulle infezioni ospedaliere sappiamo tutto da oltre 20 anni, tuttavia in Europa mi sono sentito dire che siamo il terzo mondo, perché ufficialmente i numeri parlano di decine di migliaia di morti ma io credo che siano perlomeno 50mila l’anno. Occorre ripristinare il concetto della clinical governance, mettere al centro delle gestioni sanitarie soprattutto il ruolo degli operatori”.

Nonostante la legge Gelli abbia affidato all’Istituto Superiore di Sanità il ruolo di garante delle linee guida, secondo Ricciardi i risultati ottenuti finora dimostrano che “l’accelerazione auspicata” dalla norma non è mai iniziata. Urge quindi investire su ricerca e sviluppo nel campo dell’igienizzazione sanitaria, come afferma anche la stessa Legge Gelli, che invita le società scientifiche a impegnarsi attivamente per il miglioramento della qualità dell’assistenza e la sicurezza delle cure.

Copma è pronta ad offrire il suo contributo: “Siamo pronti a fare la nostra parte – ha dichiarato il Direttore generale Massimo Menechinianche attraverso i servizi innovativi ottenuti dopo anni di ricerca dalle nostre direzioni di innovazione e sviluppo. Una ricerca pluriennale testata in ospedali e validata da diverse università italiane, che utilizza prodotti biologici e i cui risultati sono misurabili e possono contrastare con risultati certificabili il fenomeno delle infezioni ospedaliere”.

A concludere i lavori l’intervento di Beatrice Lorenzin, che condivide la necessità di limitare la burocrazia e spingere sulla fase esecutiva: “Se non lo facciamo difficilmente riusciremo a raggiungere i Gol che ci siamo dati con il Pnrr – ha spiegato l’ex Ministro – dobbiamo abbattere i muri della burocrazia, portare le Regioni italiane a parlare tutte lo stesso linguaggio informatico e ristrutturare e rafforzare i dipartimenti di prevenzione e igiene pubblica”.

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